Il filo dell’acqua

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Il filo dell’acqua

sabato 8 febbraio 2020, ore 21:00

Un film di Rossana Cingolani
con Chiara Vigo
Italia, 2016, durata 72 minuti

Potrete incontrare la regista Rossana Cingolani, documentarista e montaggista che ha lavorato tra gli altri con Pupi Avanti, Francesca Archibugi, Marco Ferreri, Gianni Amelio, Giuliano Montaldo.

Saranno presenti anche Noemi Zanardi, laureata in antropologia a Bologna, sta scrivendo la tesi magistrale su Chiara Vigo.

Sponghi Cristina: si è avvicinata a Chiara Vigo spinta dalla passione e dall’interesse per la tessitura antica. Per poter apprendere alcune tecniche si è trasferita a Sant’Antioco e ha frequentato la Stanza del Maestro per alcuni mesi (novembre 2017-marzo 2018); Ottavio De Francesco: conosce Chiara Vigo nel 2016, e da allora, ogni anno, torna a S.Antioco per rispondere al richiamo della magica atmosfera che si respira nella Stanza del Maestro.

Chiara Vigo è l’ultima superstite che intesse il Bisso Marino, il filo dorato con cui venivano create le vesti dei sacerdoti e dei faraoni. Citata più volte nelle sacre scritture, questa seta del mare arriva dalle profondità con un canto, un gemito, una melodia.
Il Bisso deriva dalla Pinna Nobilis, il più grande bivalve di tutto il Mediterraneo, che viene raccolto in alcuni mesi dell’anno dalle profondità marine solo da chi lo sa maneggiare, con la maestria propria degli artisti rinascimentali.
Chiara Vigo lo raccoglie immergendosi nel mare di Sant’Antioco, in Sardegna, per farne opere uniche che non possono essere vendute, ma solo donate.
Non è un’artigiana, né un’artista. È la depositaria di un talento unico, di segreti antichi, che si raccontano ai posteri sotto giuramento.
Chiara è un’eccellenza. Chiara è una filosofa. Chiara è una sciamana.
Vive a Sant’Antioco con suo marito in una casa semplice e fatta di poche cose.
Il Museo del Bisso, dove lei passa quasi tutto il suo tempo a spiegare con pazienza al mondo cos’è la seta marina, viene visitato ogni anno da migliaia di persone che arrivano da ogni parte della terra.
Chiara chiede da trent’anni una scuola per tramandare le sue conoscenze, anche come metafora di meditazione sull’oggi e sulle nostre reali potenzialità e necessità.

 

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