Il custode
di Harold Pinter
traduzione di Alessandra Serra
regia di Francesco Pennacchia
con Gianluca Balducci, Francesco Pennacchia e Luca Stetur
collaborazione di Claudio Morganti
Un piccolo ripostiglio come abitazione.
Le pareti, come grandi calamite che hanno attratto ferraglie dalle strade della città, disegnano lo spazio in cui si ritrovano tre uomini. Uno sembra esserne il proprietario; un altro, suo fratello, ci vive e se ne prende cura; l’altro ancora ci arriva come ospite.
Temporali improvvisi e forti grandinate possono aver danneggiato il tetto. Infiltrazioni d’acqua. Come ben saprete, l’acqua è “ignorante” e può provocare la formazione di umidità e danneggiare muri e armadi.
Tre anime, ognuna determinata ad assicurarsi il controllo di quel tugurio.
E voi, avete controllato il tetto dei vostri tuguri? Per ora non piove, ma mette brutto.
Harold Pinter, 1930-2008. Nobel per la letteratura nel 2005.
Una volta, in una discussione pubblica sul teatro, qualcuno gli chiese di che cosa parlassero le sue opere. Volendo dare una risposta nonsense, un po’ per cambiar discorso, Pinter affermò che il suo teatro parla della “donnola sotto il mobile bar”. In seguito se ne pentì, perché, accolta come espressione acuta e sensata, capace di sintetizzare perfettamente le sue commedie, se la ritrovò in tutte le recensioni.
Note di regia: teatro d’attore.