venerdì 7 giugno – ore 21:45
Lettura di frammenti dalla sceneggiatura di INGMAR BERGMAN
tratto da Persona di Ingmar Bergman
con Angela Antonini, Isadora Angelini, Elena Galeotti
Non ho composto una sceneggiatura nell’accezione comune. Quello che ho scritto mi pare assomigli piuttosto al motivo di una melodia che, con l’aiuto dei miei collaboratori, dovrò strumentare durante il corso del mio lavoro. Su molti punti sono insicuro e uno poi mi è completamente oscuro. Ho infatti scoperto che il tema da me scelto è molto vasto e che quello che ho scritto o aggiunto nel film definitivo (pensiero terribile!) Non potrà che essere estremamente arbitrario. Per questo motivo invito la fantasia del lettore a servirsi liberamente del materiale che io metto ora a disposizione
Questo l’incipit di Ingmar Bergman alla sceneggiatura di Persona ed è con grande riconoscenza che seguiremo il suo consiglio servendoci del suo testo per farne una lettura in teatro.
PERSONA: l’etimo latino di “persona” è quello di “maschera teatrale”. Per metonimia, poi, persona ha assunto il significato di “uomo dietro la maschera” e quindi “uomo”.
Un’acclamata attrice teatrale, Elisabeth Vogler, durante una rappresentazione dell’Elettra smette all’improvviso di recitare in preda a un inspiegabile desiderio di ridere. Da quel momento Elisabeth decide di non parlare più. Ricoverata in una clinica psichiatrica, la donna pare non avere alcun tipo di disturbo e risulta evidente che il suo mutismo è una scelta. La dottoressa che l’ha in cura, capisce la natura della sua decisione e preferisce non farla restare in clinica proponendole di trascorrere del tempo nella sua casa al mare insieme a una giovane infermiera, Alma, che avrà il compito di assisterla.
Questa la trama. E la lettura?
Leggere in teatro significa fare una scelta, ascoltare l’alternarsi dei pieni e dei vuoti che le parole portano e comportano, del grado di tensione e attenzione che la lettura può sostenere; poi c’è la relazione; gli attori si ascoltano e leggono per essere ascoltati e perché la parola evochi movimento, corpo, spazio.
Nel nostro caso non è l’episodica il fuoco, ma alcune scene tratte dalla prima sceneggiatura del 1964, dialoghi per attrici, e certo non potremo imitare Liv Ulmann e Bibi Andersson o nessuna delle meraviglie del cinema, per questo c’è sempre il film, bellissimo.
Il teatro però ci dà un’altra possibilità: leggere una drammaturgia tratta da quella sceneggiatura tentando di comunicare a chi ci ascolta il nostro pensiero, per quanto disorientante e fallimentare, attraverso le nostre voci, i silenzi, i respiri, una melodia.
Le voci si muovono tra il giorno e la notte, la città e la casa sul mare. Come in un sogno affiorano colori e linee confuse, irresponsabili.
E ci siamo noi tre, attrici appunto, con il desiderio di far vibrare chi ascolta. Il nostro è un piccolo lavoro incompiuto: lettura di frammenti da Persona di Ingmar Bergman.